Il ruolo della melatonina nella depressione stagionale

La sigla SAD identifica il disturbo affettivo stagionale, ossia un disturbo del tono dell'umore innescato dal cambio di stagione o, forse più specificamente, dall'accorciamento delle giornate che si verifica in autunno e in inverno.

A partire da settembre fino a oltre marzo, nell'emisfero settentrionale, i malati di SAD sono incapaci di adeguare i propri ritmi fisiologici alla diminuita esposizione alla luce diurna e diventano, dapprima solo fisicamente e poi anche psicologicamente, stressati e disturbati.

Adesso molti specialisti credono che i sintomi di depressione associati con il SAD siano dovuti a un cambiamento del ritmo circadiano, provocato da una disfunzione biologica - una reazione alle giornate più buie e corte dell'autunno e dell'inverno.

Poiché è la ghiandola pineale che reagisce alla luce e la sua secrezione di melatonina è un fattore chiave della regolazione del ciclo circadiano e di quelli a esso correlati, la ricerca sul SAD si sta concentrando sulla fondamentale interazione tra luce, melatonina e altri ritmi variabili che regolano la concentrazione delle sostanze chimiche dell'organismo.

Il SAD colpisce circa una alta percentuale della popolazione ed è tre volte più probabile nelle donne rispetto agli uomini. Per me questa non è una sorpresa.

La vita femminile è più soggetta ai cicli biologici (come quello mestruale) di quella maschile, e perciò è più facile che le donne siano esposte agli effetti negativi di un disordine nei loro ritmi biologici.

Per quanto fin dai tempi di Ippocrate i medici abbiano osservato un cambiamento stagionale dell'umore, il SAD non è stato ufficialmente riconosciuto come disturbo del tono e dell'umore fino al principio degli anni Ottanta.

Il dottor Norman E. Rosenthal, un ricercatore dei National Institutes of Health, fu il primo a identificare il SAD e a stabilire un collegamento tra un particolare tipo di comportamento e l'arrivo dell'inverno.

Secondo il Diagnostic and StatisticalManual of Meritai Disorders, la guida ufficiale ai disturbi psichiatrici, ci sono alcuni criteri specifici per diagnosticare il SAD:

1. C'è sempre una corrispondenza tra la comparsa di importanti episodi depressivi e un particolare periodo dell'anno.

2. L'individuo sperimenta una piena remissione o un'attenuazione della depressione in uno specifico momento dell'anno.

3. Negli ultimi due anni, si sono verificati due importanti episodi depressivi che dimostrano il nesso tra l'episodio e la stagione, mentre non si è verificato alcun episodio al di fuori di quel dato periodo.

4. Durante la vita dell'individuo, gli episodi depressivi stagionali rilevati sono più numerosi di quelli non stagionali.

Uno degli aspetti predominanti del SAD è il cambiamento stagionale delle abitudini alimentari, generalmente caratterizzato da un aumento dell'appetito, che provoca un forte desiderio di carboidrati.

Di solito, la maggior parte di noi cambia dieta durante i mesi più freddi, mangiando più cibi caldi, e riducendo il consumo di insalata e frutta, a causa della limitata varietà di prodotti freschi a disposizione.

Di per sé questa non è una cosa particolarmente significativa ma, nei malati di SAD, i cambiamenti dietetici sono collegati al tono dell'umore in modo più specifico. Durante i mesi invernali, essi riferiscono un aumentato consumo di pane, pasta, prodotti di pasticceria, patate, cioccolata e caramelle. Anche il loro consumo di bevande contenenti caffeina cresce in modo sostanziale.

Quando è stato chiesto a questi pazienti perché scegliessero cibi di questo tipo il motivo addotto non è mai stato la fame, ma il desiderio di combattere la tensione, l'ansia o l'affaticamento mentale.

Dopo mangiato, infatti, la maggioranza dei malati di SAD riferisce di sentirsi più calma e con la mente lucida.

Questo fatto ha una base fisiologica. Sembra che i cibi ricchi di carboidrati accelerino la produzione di serotonina, un agente prodotto dalla pineale che funziona da neurotrasmettitore cerebrale.

La serotonina è anche un precursore della melatonina, il che significa che, quando il corpo lo richiede, viene convertito in melatonina.

Si crede che la serotonina svolga un ruolo importante nell'alleviare certe forme di depressione, e che sia il trasmettitore sul quale agisce la fluoxetina, uno degli antidepressivi più conosciuti ed efficaci.

Insieme all'intenso desiderio di carboidrati, i pazienti con disturbo affettivo stagionale hanno un certo numero di altri sintomi tipici.

Tra il 1981 e il 1985, il National Institùte of Mental Health ha esaminato oltre millecinquecento casi e ha sviluppato un profilo statistico del disturbo.

Tra l'altro sono emersi questi dati:

1. Il 96% dei malati di SAD ha riferito di essere meno attivo in inverno.

2. Il 94% ha affermato che durante i mesi invernali si verificano problemi interpersonali nei rapporti con coniugi, innamorati, membri della famiglia, amici e colleghi.

3. Durante i mesi invernali il 96% dei pazienti con SAD ha avvertito sentimenti di tristezza, l'84% ha sofferto di ansia e il 79% ha riferito una maggiore irritabilità.

4. L'88% ha detto di avere difficoltà sul lavoro.

5. In questi pazienti si è manifestato un aumento dell'appetito e un generale cambiamento del peso corporeo. Più di sette pazienti su dieci hanno registrato un aumento di peso.

6. Più di sei pazienti su dieci hanno riferito una diminuzione delle pulsioni sessuali.

7. Alcuni pazienti hanno scoperto che i sintomi della depressione sono migliorati in modo straordinario in occasione di viaggi che li avevano portati nei pressi dell'equatore, dove la durata del giorno e della notte è uguale.

Mentre alcuni dei sintomi del disturbo affettivo stagionale compaiono anche in altre forme di depressione, la particolare combinazione di letargia, ansia, irritabilità e cambiamenti delle abitudini alimentari con cui il paziente tenta di fronteggiare i cambiamenti stagionali rappresenta un disturbo specifico. E chiaro che il SAD è provocato dall'incepparsi della ciclicità dei livelli degli ormoni e di altri composti chimici che governano il ciclo circadiano, per il cui mantenimento l'esposizione alla luce è fondamentale.

Si sta ancora indagando per scoprire esattamente come e perché questa interruzione dei cicli biologici avvenga in alcune persone e non in altre.

Come ho detto prima, la maggior parte delle nostre funzioni organiche, compresa l'attività fisica, il sonno, l'alimentazione, il bere e il mantenimento della temperatura corporea, segue il ritmo circadiano.

Altrettanto vale anche per l'andamento ciclico dei livelli ematici di ormoni ed enzimi cruciali, che possono influenzare profondamente il tono dell'umore. Il controllo di questi ritmi è in larga misura in funzione del momento in cui ci esponiamo alla luce e della durata di tale esposizione.

I ricercatori stanno ora esplorando il rapporto esistente tra i vari sintomi della depressione; si sa infatti che essi sono connessi alle fluttuazioni dei livelli dei composti chimici presenti nell'organismo, e più in particolare della melatonina.

Il ruolo della melatonina

Anche se la causa del disturbo affettivo di depressione stagionale non è nota, le ricerche condotte finora suggeriscono che il SAD sia innescato da un disturbo stagionale del ciclo della melatonina, che porta a uno squilibrio del ciclo circadiano.

Nella maggioranza dei pazienti con SAD, i livelli di melatonina non presentano le normali fluttuazioninotturne. In condizioni normali, il livello ematico di questa molecola dovrebbe raggiungere il picco verso le 2 di notte, per poi diminuire.

E' stato scoperto che nei pazienti con SAD, tuttavia, i livelli di melatonina restano alti per circa due ore in più del normale, prima di cominciare a calare.

È stato ben documentato che, quando i livelli di melatonina sono anormali (troppo alti o troppo bassi), possono comparire sintomi collegati a disturbi psichici. Per esempio, studi recenti hanno dimostrato che i livelli di melatonina sono eccessivamente alti in persone con disturbi maniacali (che vanno soggette a cambiamenti estremi del tono dell'umore), mentre sono abnormemente bassi in coloro che soffrono di depressione.

Nella depressione infatti c'è una «sindrome da carenza di melatonina», caratterizzata da bassi livelli ematici di questa molecola e da disturbi dei ritmi circadiani che regolano la produzione degli ormoni dello stress.

Comunque, sembra che la produzione irregolare di melatonina sia solo uno dei meccanismi che producono i principali sintomi del SAD.

A questo punto non è chiaro se la melatonina sia direttamente responsabile del disturbo affettivo stagionale o se le anomalie riscontrate nella secrezione di questa molecola siano semplicemente un prodotto collaterale o un segnale della malattia.

Dottor Walter Pierpaoli - Tratto dal libro la chiave della vita con la melatonina

 

Ufficio stampa - lamelatonina.com

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